“Storie d’amore con pioggia”, intervista a Murubutu

di Silvia Briselli

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Immaginate di essere al primo giorno di scuola, suona la campanella e aspettate con un misto di ansia e curiosità di conoscere il vostro professore di storia e filosofia… e dalla porta entra … ma sì è lui … è Murubutu! Ebbene sì, presso il nostro Istituto abbiamo la fortuna di avere il prof. Alessio Mariani, in arte Murubutu, e abbiamo colto così l’occasione per intervistarlo e scoprire di più sulla sua passione riguardo la musica.

Da dove è nata la sua passione per la musica? Quando è cominciata?

“Sin dalle medie avevo un interesse per la musica in generale. Questo interesse è poi continuato anche alle superiori, quando è iniziata la scrittura dei testi incitato da un professore. Il professore, infatti, mi disse di scrivere alcuni testi che successivamente avrebbe letto. Lui mi ha incoraggiato a continuare nel corso del tempo.”

C’è un genere che ti ha ispirato più di altri?

“Si, posso dire l’art rock punk, considerato un sottogenere del punk”

Nelle sue canzoni c’è un’attenzione particolare ai testi, sempre molto profondi e mai banali. Secondo lei il messaggio che vuole trasmettere nelle sue canzoni arriva in modo corretto agli ascoltatori?

“Si, penso in un qualche modo di riuscire a trasmettere ciò che vorrei. Certo è che spesso tratto nelle canzoni dei racconti che riguardano delle storie di vita e queste sono sempre molto complesse. Ci sono dentro aspettative, paure, timori, prospettive… quindi probabilmente non arriva tutto a tutti, ma il cuore emotivo sì, e questo permette l’immedesimazione con i personaggi. Almeno questo è ciò che mi viene testimoniato da chi ascolta le mie canzoni.”

Le sue canzoni, infatti, parlano di storie di vita, non a caso lei è uno dei maggiori esponenti dello storytelling rap in Italia. Come è arrivato alla creazione del suo album intitolato “Infernum”?

“È un progetto particolare, abbastanza diverso rispetto al solito. È stata una trasposizione dei personaggi della “Divina Commedia” di Dante in una chiave di lettura più attuale e contemporanea. I personaggi sono già metaforici all’interno dell’opera stessa, noi abbiamo preso questi personaggi e ne abbiamo sfruttato la metafora per renderli più vicini alla contemporaneità. Pier delle Vigne visto come il ragazzo bullizzato in rete, Minosse rappresenta invece la responsabilità etica, e via dicendo.”

Oltre al già citato Dante, c’è stato qualche autore o libro in particolare da cui ha preso inspirazione… anche solo all’inizio della sua carriera?

“Beh ho preso ispirazione da varie correnti e da vari romanzi: la corrente del Naturalismo francese, ovvero la descrizione e lo studio della realtà psicologica e sociale attraverso l’uso di metodi usati anche nelle scienze naturali, il Realismo russo, il Verismo italiano e anche il Realismo magico sudamericano. Tra i romanzi invece ho amato particolarmente “Le otto montagne” di Paolo Cognetti e “L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio, ma ce ne sarebbero tanti altri ancora…

Spesso oggi i cantanti tendono a parlare di ciò che è più superfluo, lei invece, coraggiosamente, vuole trasmettere qualcosa di più profondo e culturalmente elevato.

“Beh, certamente, voglio trasmettere contenuti culturali, perché comunque molti ragazzi che rifiutano i contenuti didattici magari vengono riavvicinati agli stessi attraverso le canzoni. In linea di massima mi interessa la relazione che intercorre tra l’individuo e la società.”

C’è qualcuno in particolare a cui ha dedicato le sue canzoni?

Ai miei figli sicuramente, penso ad esempio ai miei primi due album: “Il giovane Mariani e altri racconti” e “La bellissima Giulietta”.

Quando potremo sentirla esibirsi dal vivo in questa stagione estiva?

Parteciperò a diversi appuntamenti musicali nella nostra città, ad esempio Piazza Vittoria live ed altri eventi, oltre naturalmente al tour in giro per l’Italia.

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