Alla ricerca dell’umanità nell’era dell’Intelligenza Artificiale

di Giuditta Formentini (scritto a quattro mani con l’intelligenza artificiale)


“Nasciamo originali e moriamo copie”

Carl Gustav Jung


“Alla ricerca dell’umanità”: l’ascesa dell’intelligenza artificiale ha portato con sé numerosi vantaggi, ma anche tanti svantaggi. In un mondo in cui le grandi compagnie tecnologiche, mediante l’uso di questo grande strumento, diventato oramai diffuso come la tachipirina, uniformano gusti e pensieri, l’uomo non è più “attore” della sua vita, ma un “consumatore” a tutti gli effetti.

Questo processo, già iniziato con la diffusione dei social media, tra i quali, soprattutto, Instagram e Tik Tok, è a livelli allarmanti: tutti vestiamo le stesse cose, tutti compriamo le stesse cose e, ora, tutti pensiamo le stesse cose. Come scriveva Jung, “nasciamo originali e moriamo copie”: ormai niente più ci appartiene, neanche la consapevolezza dei propri pensieri e la libertà di non essere giudicati, facendo chiudere ciascuno di noi “a riccio”.

Tuttavia, tra gli svantaggi apportati dall’intelligenza artificiale non inserirei la possibilità che essa possa sostituire l’uomo: il carro non ha mai rimpiazzato le braccia umane. Difatti, seppur intelligente, essa manca di creatività e si fonda su modelli vecchi ed obsoleti. L’IA è uno strumento a tutti gli effetti e come qualsiasi altro, può favorire o danneggiare a seconda dell’uso che se ne faccia. Nel caso dello sviluppo scientifico e medico, l’intelligenza artificiale occupa un ruolo importantissimo nelle scoperte e nelle innovazioni: ad esempio, in moltissimi stati del mondo questo mezzo favorisce e velocizza l’accesso alla sanità, passo fondamentale soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e depressi, aiutando e salvando vite umane. Oppure, questo nuovo strumento, nonostante riduca l’offerta di lavoro, sostituisce, tramite l’automazione, mansioni pesantissime e ripetitive e migliora l’efficienza in tutti i settori industriali, eliminando l’errore umano. Ad esempio, negli impianti di riciclaggio Iren vicini a noi (a Parma e Reggio Emilia), nei quali, ogni anno, tonnellate e tonnellate dei nostri rifiuti vengono trasformati allo stato originale e venduti, viene quotidianamente usato un tipo di scansione delle scorie basata sull’IA: un lettore ottico separa carta e plastica, con bracci meccanici. A ciò si aggiunge il lavoro di un numero ridottissimo di lavoratori che eseguono il processo contrario. Difatti, non è più l’IA a eliminare l’errore umano, ma l’uomo che recupera i rifiuti non individuati da essa.

Interrogativo sollevato soprattutto negli ultimi tempi è la questione della privacy e della circolazione dei dati personali, implicando un maggiore controllo sociale e un aumento della sorveglianza di massa. Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali, in una intervista rilasciata nel 2023, afferma che l’Unione europea, proprio per affrontare questa problematica, alla quale si aggiunge anche il riconoscimento biometrico di visi umani, adoperato per controllare la vita delle persone, stilerà nell’arco di due anni disposizioni applicabili per evitare che l’intelligenza artificiale venga usata impropriamente per dominare. Si spera nella creazione di un “ufficio europeo” che dovrebbe operare di concerto con le
autorità nazionali.

In quanto la diffusione dell’IA è un fenomeno inevitabile, non dobbiamo negarla e allontanarla. Dovremmo impararla ad usare e a lottare quando essa viene usata in modi terribili: sto parlando del suo utilizzo per il controllo sociale o quando si fa uso di essa a scopo bellico, per colpire nemici e “individui non riconosciuti”, come avviene nella penisola di Gaza.

L’intelligenza artificiale è cultura, è un aiuto all’essere umano quasi come lo spazzolino da denti o il paracetamolo. Non deve essere negata, ma controllata e rigorosamente usata. Nel caso dell’ambito scolastico, già esistono sistemi di riconoscimento dell’uso dell’IA nei compiti svolti: ne fa uso l’università di Harvard per le tesi degli studenti e, nell’arco di pochi anni, questi si diffonderanno abbracciando molteplici altri atenei.

Per molti, tuttavia, l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento utile ad aiutare l’uomo, tuttalpiù
credono che esso possa contribuire al superamento dei limiti umani: non sto parlando dell’aiuto quotidiano del GPS per trovare la strada giusta, il quale, anch’esso, va a sostituire e a implementare le capacità orientative dell’uomo, ma di come l’IA stessa andrà a sostituire e “meccanizzare” parti umane. Intendo il fenomeno del “transumanesimo”, ovvero un movimento culturale, secondo il quale, l’invecchiamento e le malattie verranno allontanate per mezzo di impianti meccanici che potenzieranno le capacità intellettuali e biologiche del corpo.

Infine, l’intelligenza artificiale è una delle più grandi avventure della nostra epoca. Ciò offre opportunità straordinarie, ma anche sfide da affrontare. È un campo affascinante che continua a evolversi, offrendoci sempre nuove scoperte e meraviglie. E’ l’uso dannoso che causa e causerà problematiche e questioni da risolvere: diventerà, in un futuro vicino, importante imparare ad usarla in modo etico e giusto.

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