Il coraggio di vivere

Non è mai tardi per incominciare a vivere, l’importante è prendere le redini della propria esistenza e superare i propri imbarazzi, perplessità, paure per arrivare al giorno del tramonto e dire con sicurezza: “io ho vissuto”. 

George Gray  di Edgar Lee Masters

I have studied many times
The marble which was chiseled for me —
A boat with a furled sail at rest in a harbor.
In truth it pictures not my destination
But my life.
For love was offered me and I shrank from its disillusionment;
Sorrow knocked at my door, but I was afraid;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
Yet all the while I hungered for meaning in my life.
And now I know that we must lift the sail
And catch the winds of destiny
Wherever they drive the boat.
To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire —
It is a boat longing for the sea and yet afraid. 
Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrí e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre alla follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio —
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

La poesia George Gray, scritta da Edgar Lee Masters, è stata posta dal poeta americano nella sua raccolta poetica Antologia di Spoon River, un’opera che racconta le vite di diversi uomini attraverso le incisioni commemorative sulle loro lapidi tombali del cimitero di Spoon River. 

George Gray è un uomo come tanti: non ha mai vissuto a pieno la sua vita per paura di soffrire troppo duramente e rimanere deluso da se stesso. Come una nave che non apre mai le vele per navigare sul grande e ignoto mare, ma rimane ormeggiata nel porto sicuro; così ha vissuto, o meglio non ha vissuto, il protagonista della poesia: ha rinunciato all’amore, al dolore, all’ambizione e a tutte quelle sensazioni ed esperienze meravigliose che possono presentarsi nella vita umana e che distinguono gli uomini dagli altri esseri viventi, per timore di conoscere la tristezza e ľinfelicità.

Solo una volta che ebbe perso la possibilità di scoprire a pieno la propria vita, George si rese conto che era troppo tardi per incominciare a vivere. Forse è vera l’espressione comune “non ti accorgi dell’importanza di una cosa finché non ľhai persa” e di questo se ne rende conto anche il defunto: nei primi versi esprime un forte desiderio di vita e di entusiasmo, ma alla fine capisce che il suo tempo è scaduto e non ricomincerà una seconda volta. Quindi decide di dare un consiglio a tutte le persone spaventate e intimorite dal futuro: non vi preoccupate delle lacrime che potrete versare, ma accogliete con forza e coraggio le avventure della vita, anche quelle più ardue e faticose perché appartengono e caratterizzano la natura umana. Non rimandate questi momenti, perché prima che ve ne possiate accorgere la vita svanirà e il vostro corpo sarà schiacciato da una pesante lapide. Non sognate solamente, ma realizzate i vostri desideri.

Date un significato alla vostra vita: tutti gli esseri animati hanno uno scopo, anche naturale e semplice, soprattutto gli uomini, esseri pensanti e sognatori, a volte leggeri come il vento, a volte pesanti come una barca che teme il mare. Non è mai tardi per incominciare a vivere, l’importante è prendere le redini della propria esistenza e superare i propri imbarazzi, perplessità, paure per arrivare al giorno del tramonto e dire con sicurezza: “io ho vissuto”. 

di Delia Tondelli

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1 commento

  1. Articolo scritto molto bene e che trasmette in maniera efficace un messaggio molto positivo è importante

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