I “perché” dell’occupazione del Canossa

di Giuditta Formentini

L’occupazione del Canossa si è conclusa con la concessione da parte della presidenza di due giorni di autogestione, nei quali poter dibattere sulle motivazioni che hanno portato a questa azione. Gli studenti, quindi, si sono potuti confrontare a gruppi sui vari argomenti in dibattiti aperti. Tutte le proposte degli studenti, che sono nate da questi confronti, saranno poi comunicate in Assemblea di Istituto, sperando diventino spunto di riflessione per eventuali miglioramenti.

Qui di seguito alcune delle più interessanti osservazioni nate durante la prima mattinata di dibattito

IL LICEO MADE IN ITALY
Dopo aver discusso a lungo, la maggior parte dei ragazzi si è rivelata contraria, rispetto a chi ha sostenuto le possibilità lavorative del Made in Italy e il suo inserimento come indirizzo fisso al posto di quello OPEC. Inoltre, è stata sollevata la tematica, a sfavore di tale liceo, della connotazione politica di questo progetto proposto dal governo, che porta la scuola a non essere un luogo di studio e di interazione sani, ma una declinazione sempre più chiusa e esclusiva di un programma politico.

AFFETTIVITÀ ED EDUCAZIONE ANATOMO-AFFETTIVA
L’educazione anatomo-affettiva è un tipo di educazione incentrato sia sulla sfera anatomica sia su quella psicologica della sessualità. Oltre a prevenzione verso le malattie trasmissibili, si è proposto un percorso che considerasse anche alcuni temi, tra cui la violenza psicologica in una relazione e l’identità di genere, aprendo la strada verso una guida per coloro che si vergognano, oppure semplicemente non possono, parlare e confidarsi con i propri genitori, toccando anche il tema dell’LGBTQ+. La richiesta di una figura formata, pagata o volontaria, alla quale ciascun alunno può anche rivolgersi in modo autonomo, si è manifestata subito in più voci, portando all’idea di inserire, nelle 30 ore di educazione civica, anche alcuni incontri formativi.

L’educazione all’affettività, come sottolineato dalle organizzatrici dell’assemblea, rientra nei diritti sessuali sanciti dall’OMS, che appartengono a tutti senza distinzioni. Lasciando spazio al confronto, inoltre, si è pensato di sostituire alcuni temi già affrontati di educazione civica con temi più coerenti all’età, come l’affettività o alcuni sulla contemporaneità, aprendo ad argomenti che possano realmente rendere i ragazzi coscienti del mondo e, pertanto, “cittadini del mondo”. Tra i temi proposti vi sono stati: la tecnologia e l’uso dei social, da svolgere il primo anno, l’educazione all’emotività, la questione della donna e dell’LGBTQ+ e la criminalità organizzata.
Infine, si è pensato ad alcuni incontri, obbligatori, di formazione con personalità preparate e che trattino di temi differenti: è stato presentato l’incontro su Maria Chindamo, vittima di mafia, sulla violenza mafiosa patriarcale, al quale, purtroppo, diverse classi non hanno potuto partecipare per il numero chiuso. Si proponeva di allargarlo e, se a qualche classe fosse interessato un particolare seminario, di chiedere direttamente al vicepreside Fontanesi l’iscrizione al progetto, sottolineando il diritto di ogni studente di poter “chiedere ed esigere” una educazione più seria e inclusiva.

DSA E DCA
In questo ambito, sono stati proposti corsi che formino sia insegnanti sia studenti: si pensava di inserirli, per i ragazzi, nelle 30 ore di educazione civica, rendendoli, però, obbligatori per tutti. Questo tipo di percorso dovrà essere incentrato non solo su dca e dsa, ma su una preparazione generale su regole di gestione atte a non oltraggiare o offendere. Molti ragazzi dca o dsa, soffrono in quanto definiti “opportunisti” da docenti e studenti della classe. Vengono sminuite le misure compensative dei loro PDP (Piano Didattico Personalizzato) che devono essere seguite tali e quali e non sottoposte a modifiche autonome da parte dei docenti, i quali, spesso, non ne hanno piena conoscenza. Tramite questi corsi, si normalizzerebbero l’abilismo, dca e dsa, non considerandole come diversità, riducendo la discriminazione, e abbattendo tutti gli stereotipi in questo campo.

IL PCTO
A favore di questo tema, si è proposto di favorire di più la teoria che la pratica, mettendo a disposizione più corsi formativi di spiegazione del pcto e delle possibilità che offre. Inoltre, si è pensato ad un corso interno, che insegni ad approcciare il mondo lavorativo, insegnando a scrivere un curriculum o fornendo maggiore aiuto sulla gestione della modulistica, già molto ingombrante.

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