di Ludovico Santini
Ogni gesto, ogni scelta, ogni partecipazione conta. E in questo, ciascuno di noi può essere protagonista della Repubblica.
La cittadinanza non è solo un insieme di diritti e doveri, ma un impegno quotidiano che collega le persone alla propria comunità e alla storia del proprio paese. Ogni anno, il 25 aprile e il 2 giugno offrono l’occasione per riflettere su ciò che significa essere cittadini di una Repubblica democratica. A Reggio Emilia, città simbolo della Resistenza e culla del Tricolore, queste due date assumono un significato profondo, intrecciando la memoria storica con l’impegno presente.
La data del 25 aprile 1945 segna il momento culminante della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista. A Reggio Emilia, la Resistenza era già attiva da tempo: la città e le zone circostanti erano state teatro di numerose azioni partigiane e di sacrifici immensi. Il giorno della Liberazione fu accolto con gioia, ma anche con dolore: civili e combattenti persero la vita sotto i colpi degli ultimi assalti fascisti. Tra loro, la giovane staffetta Mimma Montanari, simbolo di un’intera generazione che aveva deciso di sacrificarsi per un ideale più grande. Quell’ideale era la libertà, il primo passo verso la costruzione di una nuova Italia.
Non meno importante è il 2 giugno 1946, quando, attraverso il primo referendum a suffragio universale, gli italiani scelsero la Repubblica, sancendo così la fine della monarchia. Questa decisione segnò l’inizio di un nuovo capitolo per il paese: un’Italia democratica, fondata sui diritti e sulla partecipazione attiva dei cittadini. A Reggio Emilia, il passaggio alla Repubblica fu vissuto con grande entusiasmo. La città, già legata alla storia nazionale per aver dato i natali al Tricolore nel 1797, riconobbe nella Repubblica la realizzazione dei valori per cui i suoi partigiani avevano combattuto.
Nel 2025, a distanza di ottant’anni dalla Liberazione e settantanove dalla nascita della Repubblica, ogni anno si celebrano queste ricorrenze con una serie di eventi che coniugano memoria, cultura e partecipazione.
Il 25 aprile, nella nostra città, le celebrazioni iniziano con la messa in suffragio dei Caduti presso la Basilica della Ghiara, seguita dal tradizionale corteo che attraversa il centro storico, fermandosi per la deposizione di corone ai monumenti ai Caduti. In Piazza Martiri del 7 Luglio, le autorità cittadine e rappresentanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ricordano i sacrifici della Resistenza con discorsi ufficiali e interventi commemorativi. Parallelamente, la città si anima di mostre, spettacoli e visite guidate per ripercorrere le vicende della lotta partigiana. Particolarmente significativo è il progetto artistico “Respiriamo liberi. 80 anni di pace e diritti”, che trasforma il centro storico in un museo a cielo aperto.
Il 2 giugno, invece, si apre con la cerimonia dell’alzabandiera in Piazza Prampolini, accompagnata dalla lettura della Costituzione e dall’esecuzione dell’inno nazionale. La giornata prosegue con dibattiti, laboratori nelle scuole e spettacoli dedicati alla cittadinanza attiva, un tema caro a una città come Reggio Emilia, che da sempre promuove i valori di solidarietà e giustizia sociale. Le piazze si riempiono di famiglie, giovani e anziani, tutti uniti per celebrare la Repubblica e il suo significato.
Questi momenti di celebrazione non sono solo occasioni per ricordare il passato, ma anche per riaffermare i valori della democrazia nel presente. A Reggio Emilia, la memoria storica non è un esercizio sterile, ma uno stimolo a costruire un futuro migliore. Le scuole, le associazioni e le istituzioni locali lavorano insieme per coinvolgere le nuove generazioni, trasmettendo loro il messaggio che la libertà e la giustizia sono conquiste da difendere ogni giorno.
Le celebrazioni del 25 aprile e del 2 giugno, dunque, rappresentano molto più di un semplice anniversario: sono un invito a riscoprire il significato della cittadinanza e a impegnarsi per una società più giusta e inclusiva.
Reggio Emilia, con la sua storia e la sua vocazione al cambiamento, ci ricorda che essere cittadini non significa solo appartenere a una nazione, ma anche contribuire attivamente al suo sviluppo.