di Giuditta e Nicola Formentini
Hai mai pensato che si potesse controllare il tempo “a comando”? E’ pura fantascienza, oppure verità? In realtà esiste una pratica già a lungo adoperata ed è una possibilità reale grazie a una tecnica chiamata Cloud Seeding, ovvero inseminazione delle nuvole.
Ma di cosa si tratta davvero? E può essere utile o rischiosa?
Cos’è il Cloud Seeding?
Il cloud seeding è una tecnologia che mira a modificare artificialmente il clima, in particolare per provocare la pioggia o la neve. Funziona attraverso il rilascio di sostanze chimiche nelle nuvole, come ioduro d’argento, ghiaccio secco o particelle di sale. Queste sostanze aiutano le goccioline di vapore acqueo presenti nelle nuvole a condensarsi e formare precipitazioni. Queste sostanze vengono rilasciate con aerei che volano dentro le nuvole e attraverso razzi o cannoni da terra.

I benefici
L’inseminazione delle nuvole può servire a combattere la siccità, soprattutto in zone dove piove pochissimo e dove vi è la necessità di aumentare la disponibilità d’acqua. Questa pratica, di conseguenza, offre un aiuto all’agricoltura: essa garantisce piogge più regolari, utili per irrigare i campi e migliorare i raccolti, oppure, da un punto di vista umanitario, consente di ridurre la siccità e il rischio di carestia. Talvolta, in fasce climatiche tropicali e dalle estati secche e caldissime, aiuta a diminuire la possibilità di incendi, con conseguenze positive sulla vegetazione, sulla fauna e sulle persone che vi abitano. Potrebbe ridurre anche il rischio di forti bufere o grandini pericolose. Inoltre, nel caso di eventi importanti, quali celebrazioni mondiali, potrebbe essere usato per impedire piogge improvvise. Un caso è quello di Pechino, per le Olimpiadi del 2008. Attualmente, numerosi paesi adoperano questa pratica, tra cui la Cina (secondo Focus, per ridurre l’inquinamento dell’aria), il Marocco, l’Australia, gli Stati Uniti, la Francia e così via.
E in Italia?
Il primo tentativo di inseminazione delle nuvole in Italia risale agli anni ’60 e ci riguarda da vicino: un ingegnere di nome Depietri provò a farlo nella zona di Modena. Purtroppo, l’esperimento non funzionò come sperato. Negli anni successivi, durante un periodo di forte siccità, furono avviati nuovi esperimenti nella regione Puglia tra il 1988 e il 1994. Questo progetto prese il nome di “Progetto Pioggia”, e fu poi esteso anche in Sicilia, Sardegna e Basilicata.Le attività furono portate avanti grazie alla collaborazione tra una ditta italiana chiamata Tecnagro e una società israeliana (EMS, legata all’azienda nazionale dell’acqua di Israele, Mekorot). L’obiettivo era portare in Italia le tecnologie e le conoscenze sviluppate in Israele per far piovere artificialmente. In Puglia, la tecnica utilizzata prevedeva di spruzzare ioduro d’argento da un aereo, volando a circa 800 metri di altezza, sotto nuvole adatte per trasformarsi in pioggia. Attualmente l’uso e la sperimentazione sono stati interrotti a causa degli effetti “altalenanti” e non sempre riusciti della pratica.
Il discorso etico e ambientale
il cloud seeding non è privo di rischi o dubbi: vi sono i rischi ambientali e le implicazioni etiche che sorgono al momento dell’uso di questa pratica. Alcuni esperti temono che le sostanze usate possano avere effetti dannosi sull’ambiente o sulla salute umana, anche se a basse dosi sembrano sicure. Inoltre, non è una pratica sicuramente certa: funziona solo se ci sono le giuste condizioni atmosferiche e nuvole adatte in quanto non si può creare pioggia dal nulla. Per giunta, vi è pur sempre la questione del cambiamento climatico; infatti, cambiare il clima potrebbe avere conseguenze inattese, anche a distanza di tempo o in altre zone.

Per di più, dal punto di vista etico e politico, sorgono le seguenti domande: chi decide dove e quando deve piovere? E se una regione fa piovere “rubando” le nuvole a un’altra?
Difatti, il cloud seeding è una tecnologia interessante e con grandi potenzialità, soprattutto in un’epoca in cui i cambiamenti climatici rendono sempre più preziosa l’acqua. Tuttavia, è importante continuare a studiarlo con attenzione, per evitare effetti collaterali o abusi di potere.
Il rischio di alluvione
Un articolo del Sole 24ore intitolato “Alluvione a Dubai provocata dall’uomo? Come funziona il «cloud seeding»” riguarda proprio la pratica dell’inseminazione delle nubi. Riprendendo alcune parti di testo, si sono voluti sottolineare “Oltre 140 millimetri di pioggia caduti in 24 ore in un’area che mediamente ne riceve 95 millimetri in un anno. Il violento nubifragio che si è abbattuto su Dubai il 16 aprile ha lasciato esterrefatti i meteorologi”.
Continuando nella lettura, si può leggere: “Strade inondate, auto spazzate via, uno dei più trafficati aeroporti del mondo costretto a chiudere per mezz’ora, residenti bloccati nelle case e negli uffici. Ad Al-Ain, 100 chilometri a nord di Dubai, sono caduti addirittura 256 millimetri di acqua in 24 ore.”
Le forti piogge a Dubai sono state causate dalla semina delle nuvole?
Negli Emirati Arabi Uniti si usa da anni la tecnica della semina delle nuvole per cercare di combattere la siccità. Secondo l’agenzia Bloomberg, il Centro nazionale di meteorologia ha detto di aver fatto questa operazione il 14 e 15 aprile, ma non il 16 aprile, giorno in cui si è verificata una grande alluvione a Dubai. Tuttavia, il centro non ha confermato questa informazione ad altri giornali. Anche se la semina delle nuvole è stata fatta poco prima del temporale, non è chiaro quanto abbia davvero influenzato la grande quantità di pioggia che è caduta. Alcuni esperti intervistati dalla BBC pensano che, se ha avuto un effetto, è stato solo molto piccolo. Quindi, non si può dire che sia stata la causa principale del maltempo.
Conclusione
Il cloud seeding è una tecnologia affascinante che può aiutare l’uomo a combattere la siccità e proteggere l’ambiente. Ma modificare il clima solleva anche dubbi importanti..
Fino a che punto possiamo controllare la natura senza conseguenze? Fino a quanto l’uomo è padrone del mondo e dell’ambiente?
Consigliamo la visione del seguente video, di cui riportiamo il link: https://www.la7.it/piazzapulita/video/il-dio-della-pioggia-il-nuovo-racconto-di-stefano-massini-18-05-2023-485889. Tratta del nuovo racconto di Stefano Mazzini, “Il Dio della pioggia”; per quanto a lungo l’uomo si potrà spingere nel controllo della natura e nel suo sfruttamento? Siamo veramente “divinità” in grado di poter controllare il mondo come una nostra proprietà?
Di sicuro, una cosa è certa: con grande potere, serve grande responsabilità.
Due domande per riflettere:
Secondo te, è giusto modificare il clima per risolvere i nostri problemi?
Dove si trova il confine tra progresso scientifico e rispetto della natura?
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