LE OLIMPIADI DI MATEMATICA

di Laura Molendi

Le Olimpiadi di matematica sono un progetto dell’unione matematica italiana che ha sede all’università di Bologna e che si occupa di organizzare competizioni di vario tipo, le quali hanno luogo da fine novembre a inizio marzo. Alle gare prendono parte migliaia di scuole provenienti da tutta Italia, poi ogni provincia ha i suoi responsabili che solitamente sono i professori dei licei.

Per il Matilde di Canossa, il programma è guidato dalla Professoressa Meglioli, docente di matematica che si è resa disponibile per rispondere ad alcune domande. Hanno preso parte all’intervista anche due ragazze della squadra di matematica, Giulia Catellani di 5I e Maria Elena Zlatan di 3N. 

Se doveste spiegare in cosa consista il progetto, come lo definireste?

PROF MEGLIOLI: Penso che risponderei che le olimpiadi della matematica si traducono nel ‘mettere la materia sotto forma di gioco’ che sebbene parecchio difficile, con l ‘aggiunta della competizione è sempre un progetto motivante. La nostra scuola partecipa ai Giochi di Archimede (gara di istituto) dall’anno scolastico 2007-2008. Io personalmente ho accompagnato la squadra alla Coppa Ruffini (gara a squadre mista) negli anni scolastici 2018-2019 e 2024-2025. Prima del 2018 se ne occupava il professore Stefano Del Monte che poi è diventato preside e di conseguenza ha dovuto lasciare la scuola. 

GIULIA: Quando diciamo, in quanto liceo umanistico, di fare gare di matematica non si può negare che lo stupore da parte delle altre scuole è notevole. 

Ci sono dei criteri per poter prendere parte alla squadra? In cosa consistono gli allenamenti?

PROF MEGLIOLI: No, non ci sono alcune limitazioni di età, genere o livello per partecipare; ad oggi, solitamente, i docenti di matematica chiedono alle rispettive classi le adesioni per i ‘giochi di Archimede’ e in base ai risultati o più in generale durante gli allenamenti, si inizia a costruire la squadra. Gli interessati entrano a far parte della squadra di matematica del Canossa, e ci teniamo in contatto tramite un gruppo whatsapp. La preparazione consiste nel fare due o tre incontri prima di ogni gara, di solito durante i monte ore, più uno supplementare durante la mattinata scolastica. Ci si esercita prendendo dei test di vecchie gare e si prova a svolgerli, perché, dal momento in cui non vi è un argomento unico e gli esercizi sono di diverse tipologie, alla base delle gare c’è sicuramente la teoria, ma si fondano molto anche sull’intuito, sulle capacità logiche e di ragionamento. Quest’anno il capitano è Giulia Catellani di 5I.

‘Mi sento onorata di far parte di questo progetto’, sono le parole che Giulia dedica alla squadra, alle gare e a quello che è riuscita a capire anche grazie ad esse come, dopo essere entrata in prima superiore prediligendo le materie umanistiche, il ritrovarsi in quinta con un’amore sproporzionato per il campo scientifico. L’anno scorso il capitano della squadra è stata Alessia Beghetto di 5G, che in parte grazie alle gare e allo stage a cui ha preso parte, collegato al progetto, si è iscritta a matematica all’università e questo è un grande orgoglio per i professori del Canossa. 

Come sono articolate le gare?

PROF MEGLIOLI: Vi sono gare individuali d’istituto, che prendono il nome di ‘Giochi di Archimede’ (in data 28 novembre), gare a squadre-formate da sette componenti – femminili (24 gennaio, presso il liceo Ariosto) e miste (7 marzo a Modena). Coloro i quali si classificano ai primi posti nella competizione individuale e successivamente a squadre, hanno accesso alle rispettive finali nazionali che si svolgono a Cesenatico nel mese di maggio. Nonostante la nostra scuola sia un liceo umanistico e alle gare partecipano in maggioranza licei scientifici, il Canossa si impegna comunque a fare del suo meglio. Vi erano stati degli impedimenti nel periodo della pandemia, ma l’anno scorso il Canossa è riuscito a fare la gara femminile, e quest’anno ha partecipato a due gare, sia la femminile sia la mista, riformando il gruppo. Ad una di esse abbiamo avuto l’orgoglio di portare una squadra interamente femminile e le ragazze si sono divertite. La squadra schierata era composta da Catellani Giulia 5°I, Zlatan Maria Elena 3°N, Pisi Camilla 3°A, Davoli Maria Chiara 3°G, Martinelli Elisa 3°G, Marangoni Gaia 1°H, Loreto Letizia 1°H. Per quanto riguarda la gara mista (Coppa Ruffini) a Modena, quest’anno erano presenti 27 squadre dalle province di Modena, Reggio, Bologna e una squadra lombarda. Hanno partecipato Catellani Giulia 5°I, Zlatan Maria Elena 3°N, Pisi Camilla 3°A, Davoli Maria Chiara 3°G, Martinelli Elisa 3°G, Stratan Valeria 4°O, Elena Zhu 1°N e abbiamo raggiunto la quart’ultima posizione, lasciando dietro di noi almeno quattro squadre.

Per voi ragazzi è un progetto divertente? Cosa ne pensate?

GIULIA: Innanzitutto noi andiamo oltre al risultato, grazie anche al clima sereno e di collaborazione che si è creato in squadra che permette durante la gara di lavorare insieme a coppie o in gruppi in modo tranquillo, senza la paura di sbagliare. Infatti, la comprensione e l’aiuto sono alla base dei rapporti di gruppo e anche del nostro. In secondo luogo, grazie al progetto e anche grazie al gruppo, l’autostima aumenta, insieme alle capacità di problem solving applicato a problemi più concreti, che di conseguenza rendono la matematica più interessante, in quanto non più affrontata nell’ambito astratto e teorico, come solitamente avviene a scuola. Per ultimo, ma non per importanza, il fatto che si creano dei rapporti molto belli: io ho stretto diverse amicizie. Non aspiriamo al meglio, ma diamo il massimo e sicuramente la collaborazione non è mai mancata.

Giulia ci racconta che Elena è definita come l’anima della squadra ed è brava a sdrammatizzare; lei è nel progetto dalla prima superiore, quando aveva vinto i giochi di Archimede e ad una gara provinciale è arrivata con un piazzamento incredibile (tredicesima su un’ottantina di ragazzi). All’ultima gara mista (da buon consegnatore, cioè colui che va appunto a consegnare le risposte alla giuria) è stata lei a convincere le compagne a consegnare un quesito, perché fino a quel momento non erano riuscite a risolverne nessuno e allo stesso tempo avevano paura di far perdere punti alla squadra, poi alla fine il risultato era giusto e hanno guadagnato sul punteggio. 

Questo progetto può aprire prospettive o interessi anche riguardo al futuro?

PROF MEGLIOLI: Assolutamente si! Questo progetto ha una valenza formativa sotto ogni aspetto. Partecipare alle gare di matematica ci permette di far accedere i ragazzi a due giornate di stage (mattina e pomeriggio) in febbraio, in collaborazione con l’UNIMORE, dove hanno luogo lezioni approfondite sulle discipline della matematica. Questa iniziativa è organizzata dai referenti del progetto provinciale cioè la professoressa Patelli del liceo Aldo Moro e il professor Guidotti del liceo Pascal, e altri con loro. Inoltre le ore impiegate valgono anche per il PCTO. Si ha la possibilità, oltre alla matematica in sé, di uscire dall’ambiente liceale, conoscere nuove persone e avere nuove prospettive. Ad esempio, Alessia Veghetto ha partecipato allo stage e ha conosciuto molte persone con cui tutt’ora è in contatto, quindi è un’opportunità sia per confrontarsi con scuole che offrono una preparazione diversa, ma anche per creare eventuali nuovi rapporti. Come abbiamo già detto precedentemente, ora lei frequenta la facoltà di matematica. A Giulia piacerebbe fare biologia e inoltre, iniziando ad affacciarsi ai TOLC per accedere all’università, si è resa conto che la matematica è una costante sempre presente.

ELENA: Per quanto riguarda gli sbocchi futuri, questo è un progetto che ti sprona molto e ti permette di avere tanta soddisfazione e sicurezza. Vedi le scienze da un altro punto di vista, sicuramente diverso rispetto a quello che hai davanti quando studi e questo è molto interessante.

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