di Valentina Vignali
Quando il mondo guarda verso la fumata che si alza dalla Cappella Sistina, si ferma… ogni volta che il conclave si riunisce per eleggere un nuovo Papa, si rinnova un rito che affonda le sue radici nel Medioevo, ma che ancora oggi conserva un’aura di mistero, quasi intoccabile. Eppure, dietro la solennità delle votazioni e la spiritualità del momento, il conclave è anche un luogo in cui si intrecciano episodi umani, curiosità storiche e retroscena inaspettati. Ecco un viaggio tra gli aneddoti più affascinanti e meno noti accaduti durante i conclavi della storia.
Che cosa è il conclave?
Il Conclave è l’assemblea dei cardinali della Chiesa cattolica, incaricata di eleggere il Papa. Quando la Sede Apostolica resta vacante, dopo la morte o la rinuncia di un pontefice, i cardinali elettori si riuniscono in Vaticano e le votazioni avvengono nella maestosa Cappella Sistina, famosa per gli affreschi di Michelangelo. Tutti gli accessi vengono chiusi, e i cardinali vivono in isolamento finché non raggiungono la maggioranza dei due terzi dei voti per un solo candidato. Ogni scrutinio è seguito dalla combustione delle schede in una stufa speciale: se il fumo che esce è nero, significa che non c’è ancora un “vincitore”. Quando il fumo è bianco, tutto cambia: è il segno che un nuovo Papa è stato scelto.

Il conclave infinito (1268–1271)
Uno degli episodi più incredibili nella storia dei conclavi è quello che si svolse a Viterbo tra il 1268 e il 1271. Dopo la morte di Papa Clemente IV, i cardinali si riunirono per eleggere un successore. Ma i mesi passarono e nessuno riusciva a ottenere i voti necessari: le divisioni politiche tra francesi e italiani erano così profonde che lo stallo sembrava infinito. La popolazione di Viterbo, esasperata, decise allora di prendere in mano la situazione: chiusero letteralmente a chiave il palazzo, da cui il termine “conclave” (dal latino cum clave, “chiuso a chiave”). Non solo: rimossero il tetto dell’edificio, lasciando i cardinali esposti alle intemperie, e ridussero le razioni di cibo a pane e acqua. Sotto questa pressione estrema, dopo quasi tre anni, i cardinali elessero finalmente Tebaldo Visconti, che non era nemmeno un cardinale al momento della nomina. Accettò e prese il nome di Gregorio X. Questo conclave fu così traumatico che Gregorio X decise di formalizzare il regolamento del conclave nella Costituzione apostolica Ubi Periculum, stabilendo norme più severe e tempi più ristretti per l’elezione del Papa.
Il mistero del fumo (più o meno) bianco
Uno dei simboli più iconici del conclave moderno è la fumata che esce dal camino della Cappella Sistina: nera se l’elezione non è avvenuta, bianca se è stato scelto un nuovo papa… ma non sempre è così. Nel conclave del 1958, dopo la morte di Pio XII, ci fu un momento di caos: una fumata uscì, apparentemente bianca, così la folla in Piazza San Pietro cominciò ad esultare. Ma non accadde nulla. Nessun annuncio. Solo ore dopo si scoprì che la fumata era stata in realtà una combinazione di carte bruciate male, e non un segnale ufficiale. L’elezione avvenne il giorno dopo con la scelta di Giovanni XXIII. Da quel giorno, le miscele chimiche per i fumi furono riformulate per garantire maggiore chiarezza. Anche nel 2013, con l’elezione di Papa Francesco, la fumata inizialmente apparve grigiastra: la folla rimase incerta, il cuore in gola, finché non arrivò la conferma ufficiale.
I cardinali e il sudoku (2005)
Nel conclave del 2005, che seguì la morte di Giovanni Paolo II, i cardinali dovettero affrontare diverse votazioni nell’arco di due giorni. Tra una sessione e l’altra, secondo alcuni racconti di cardinali intervistati dopo l’elezione, l’atmosfera era tranquilla e riflessiva, ma non sempre carica di tensione. Alcuni prelati, per rilassarsi, leggevano libri spirituali, altri recitavano il rosario, ma pare che qualcuno si sia intrattenuto con sudoku e cruciverba, un modo per stemperare la tensione.
Leone X: il papa che non voleva esserlo
Nel 1513, Giovanni de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, fu eletto Papa nonostante fosse malato e piuttosto riluttante. Venne trasportato nella Sistina su una barella e, secondo i cronisti dell’epoca, accettò il pontificato con un misto di stupore e ironia. Poco dopo la sua elezione, pronunciò la famosa frase: “Dio ci ha dato il papato, godiamocelo!”. Una battuta che suonò come un programma: amante dell’arte, della musica e del lusso, Leone X fu un papa rinascimentale in tutto e per tutto. Ma anche il papa sotto il quale esplose la crisi delle indulgenze e con essa la Riforma di Lutero.
Le scarpe troppo grandi (1978)
Quando fu eletto Karol Wojtyła, nessuno era davvero preparato. Era il primo papa non italiano da secoli…nemmeno le scarpe erano pronte per lui. Vi erano tre misure standard, ma nessuna calzava perfettamente il nuovo pontefice. Così il neo Papa , Giovanni Paolo II, dovette indossare scarpe troppo grandi per la sua apparizione dalla loggia: camminò con cautela e poco dopo commissionò un paio su misura. Da quel giorno, per ogni conclave, vengono tenute pronte scarpe papali di tutte le misure, per ogni eventualità.

I conclavi sono eventi avvolti nel silenzio, nel rituale, nella preghiera. Ma anche in questi momenti solenni emerge la componente profondamente umana della Chiesa.
Un gioco di parole, una scarpa troppo larga, un tetto rimosso, un fumo grigio: piccoli episodi che ci ricordano che, dietro la grandezza della fede, ci sono uomini in carne e ossa, con esitazioni, umorismo, debolezze e intuizioni.